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Dieta delle intolleranze alimentari
Si basa sull'assunto chequello che fa male rallenta il metabolismo
Non è una dieta dimagrante. Eppure, chiunque si sia sottoposto a un test per le intolleranze alimentari, una volta eliminato l’alimento ‘no’, ha perso peso. La spiegazione è semplice: quello che fa male rallenta il metabolismo. Non solo: i cibi responsabili di queste ‘antipatie’ possono causare varie problematiche tra cui ritenzione idrica e scompensi ormonali. Mentre la scienza ufficiale è scettica, la medicina alternativa ha messo a punto diversi test - tra i più diffusi il Dria, una prova di resistenza muscolare assolutamente non invasiva - e basandosi sui risultati di questi test ottiene notevoli risultati.
Tra gli alimenti che più frequentemente possono determinare problemi rientrano i latticini (intesi come i derivati industriali del latte), i derivati dal frumento come la pasta e i farinacei, i ‘lievitati’ come i prodotti da forno e dei grassi vegetali industriali. Eliminarli del tutto non è necessario: si può riabituare l’organismo ad accettarli introducendoli nella dieta una, massimo due volte alla settimana. L’intolleranza, insomma, non è una condanna a vita.
In libreria: i testi a tema sono tantissimi. Tra i più recenti (datato ottobre 2007), “Intolleranze alimentari” di Alessandro Targhetta, edizioni Punto d’Incontro.
Rachele Briglia
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