
postato da wamitow
Tenerezza nella Politica (1984)
Petra Kelly, nata nel 1947, ecologista e femminista, principale figura e fondatrice del partito dei verdi tedesco parlava così del fatto di essere nella politica e del dovere ragionare col cuore:"Essere tenero e contemporaneamente sovversivo: questo è quel che significa per me, a livello politico, essere "verde" ed agire come tale. Io intendo il concetto di tenerezza in un senso ampio. Questo concetto, per me anche politico, include una relazione tenera con gli animali e le piante, con la natura, con le idee, con l'arte, con la lingua, con la Terra, un pianeta senza uscita di sicurezza, e ovviamente, la relazione con le persone. Tenerezza tra le persone, anche nel seno di un partito alternativo e non violento che scommette pubblicamente senza rinunciare alla dolcezza, alla decentralizzazione, alla non violenza. [...] La nostra rotta deve portarci, senza compromessi, in un'altra direzione ecologica. Quello significa mettersi a camminare politicamente per una via dolce. Quella via dolce significa imparare a concepire il nostro pianeta, includendo l'atmosfera, gli oceani ed i continenti, come un'unità organica viva. Il nostro ecosistema è l'universo. Non lo dividiamo in frammenti e cadiamo nella falsa credenza che ci basta capire una piccola parte per capire anche il tutto. Chiediamo rispetto a noi stessi ed al nostro ambiente. La terra ed io abbiamo le stesse radici. La terra l'abbiamo presa, prestata ai nostri figli. Se vogliamo materializzare una politica basata sull'etica ecologica, dobbiamo comprendere quello che ha detto Marilyn Ferguson sul potere e l'amore: "Il potere senza amore viene ridotto rapidamente alla semplice capacità di depredare e manipolare". In un movimento politico ecologico c'è bisogno imperdonabilmente di solidarietà, pazienza, cooperazione, tenerezza e tolleranza, affinché coincidano i mezzi e gli scopi ".Petra Kelly pemio Award, il Nobel europeo, europeo, per aver inventato e implementato un nuova visione che unisce preoccupazioni ecologiche e disarmo, giustizia sociale e diritti umani."
(16 maggio 1994) - Corriere della Sera
Si riapre in Germania la tragica vicenda d' amore, politica e morte tra Gert e Petra. il generale fini' in una trappola di spie?
ombre della Stasi su Bastian e Kelly
nascosta negli archivi dell' est la verita' sull' omicidio suicidio dei due leader verdi. parlano la figlia Eva Marina e gli ex compagni di partito
Si riapre in Germania la tragica vicenda d' amore, politica e morte tra Gert e Petra. Il generale fini' in una trappola di spie? TITOLO: Ombre della Stasi su Bastian e Kelly Parlano la figlia Eva Marina e gli ex alleati di partito. Raccontano la vita da reclusa di lei e, soprattutto, quella strana paura di lui: forse qualcuno lo uso' davvero e poi lo stronco' la vergogna per essere stato l' "utile idiota" Nascosta negli archivi dell' Est la verita' sull' omicidio suicidio dei due leader Verdi
di MASSIMO NAVA BERLINO . La mattina del 19 ottobre 1992, le sirene della polizia feriscono la quiete della Swinemunder Strasse, quartiere popolare di Bonn. In una villetta al numero 6, in una pozza di sangue, ci sono un capitolo di storia tedesca e gli ideali di una generazione, simboleggiati dai corpi, ormai decomposti, di Petra Kelly e Gert Bastian. "Doppio suicidio", e' la conclusione ufficiale del caso. Ma il caso non e' stato archiviato. Sia perche' questa morte ha lasciato il segno nella galassia dei Verdi, in quel mondo di battaglie vinte e di speranze deluse. Sia perche' sulla fine di due eroi del movimento si stende l' ombra della Stasi, il mostruoso apparato di spionaggio della ex Germania Est che, a colpi di dossier, sta avvelenando la politica tedesca. Chi erano Gerd Bastian e Petra Kelly? E chi erano davvero? Alla prima domanda rispondono gli anni di battaglie vissuti da protagonisti e i libri che hanno ripercorso, fino alla fine, anche il loro struggente e nevrotico rapporto d' amore. Lui, anziano ex generale della Nato, passato ai pacifisti anche per amore di Petra. Lei, leader della prima ora, l' "angelo della pace" in un periodo decisivo per il Paese: gli euromissili, l' angoscia del campo di battaglia nucleare, la Germania crocevia del confronto Est Ovest, il dialogo sotterraneo fra Bonn e Berlino. Alla seconda domanda, si risponde con i tanti "perche' " della morte. Fu una decisione di entrambi o il gesto disperato di un uomo che freddava nel sonno la sua compagna inconsapevole? Qualcuno avanzo' l' ipotesi del killer e del complotto, scartata da un' attendibile ricostruzione: Gert Bastian stringeva la sua Derringer 38 con entrambe le mani e si era sparato alla fronte. Ma, se e' certo il suicidio, la nebbia avvolge la decisione di chiudere un' esistenza ancora intensa, per quanto turbata dalla depressione psicofisica di entrambi. Petra Kelly, superati i quarant' anni, viveva un momento cosi' carico di angoscia e di rimpianti da impedirle di uscire di casa da sola. "Sognavo un bambino, ho dato troppo di mio in queste battaglie", disse in un' ultima intervista. Gert Bastian, piu' padre che amante, si occupava di tutto: dalla corrispondenza alle spesa per la cena. Si sentivano emarginati dal partito "verde". Eppure immaginavano una candidatura alle elezioni europee, progettavano viaggi, conferenze, interventi alla Tv. "Un amore mortale" e' il titolo del bel libro di Alice Schwarzer, femminista convinta, che si aggrappa alla psicoanalisi: in sintesi, Petra non voleva morire, la reponsabilita' del "doppio suicidio" e' tutta di Gert, il maschio che mette fine ad un rapporto senza futuro. Quanto lineare e idealista appare la vita di Petra, contraddittoria e' quella di Gert: giovane ufficiale nazista, poi arruolato nell' esercito federale, quindi la scelta pacifista e, negli ultimi tempi, pare avvicinatosi ai post comunisti dell' Est. E poi ancora: un debole per le armi e per le donne, ma un lungo e mai ufficialmente interrotto matrimonio che, inevitabilmente, pesava nella relazione con Petra. Ma la scelta finale e' tutta "privata"? La possibile risposta nasce il giorno della caduta del Muro di Berlino e finisce nelle loro ultime ore di vita, negli ultimi incontri, nelle ultime telefonate, in un ultimo contatto, forse in un terribile segreto. Petra e Gert si stavano interessando all' immenso archivio della Stasi. Qualche documento riguarda anche esponenti del partito verde, accusati di passare informazioni all' Est e di essere sostenitori della politica di Honecker. Un caso e' quello di Dirk Schneider, esponente di primo piano dei Verdi e agente della Stasi, come conferma MichaelCramer, deputato a Berlino. Schneider e' quello che assume le posizioni piu' radicali. E che puo' incontrare nell' 83 Honecker. Assieme a Bastian e alla Kelly, la quale sprofondo' nella depressione quando poi seppe che fra i suoi amici c' era un traditore. Che i nomi di Petra e Gert fossero negli archivi e' quindi possibile. Piu' volte in contatto con dissidenti dell' Est e sostenitori della distensione nel momento di massimo attrito fra i due blocchi, due personaggi come loro non potevano sfuggire all' apparato spionistico di Berlino. "Credo che le nostre posizioni, antiamericane, ma anche antisovietiche, fossero tenute sott' occhio da tutti e non solo dalla Stasi", avverte Cramer. Ma per Bastian ci potrebbe essere qualche cosa di piu' . Gunter Bohnsack, ex dirigente della Stasi, ha pubblicato un libro sulle attivita' del suo ufficio e ha ricordato l' iniziativa di un gruppo di generali della Nato, fra i quali Gert Bastian, che all' inizio degli Anni 80 s' impegnarono nel movimento pacifista. "Fu di fatto creata un' organizzazione che era in linea con le posizioni dell' URSS", ha detto Bohnsack. Bastian, convinto dell' inutilita' degli euromissili, fu anche fra i promotori di un appello al cancelliere Schmidt, il famoso "Krefelder Appell". Un' operazione in buona fede o in qualche modo sostenuta dall' Est, in funzione anti Nato? I "generali per la pace" erano una specie di quinta colonna o una testimonianza politica strumentalizzata dall' Est? Ecco l' altra ipotesi sul "doppio suicidio": la scoperta di un inconfessabile segreto o la vergogna dell' "utile idiota". Luckas Beckmann, capo storico del movimento, ex fidanzato di Petra, segretario del gruppo parlamentare a Bonn, e' l' ultima persona ad aver parlato con Gert Bastian. E l' argomento erano proprio i dossier della Stasi. I due si erano scambiati messaggi e telefonate il primo di ottobre, il giorno cui viene fatto risalire il suicidio. "Dovevamo concordare una lettera per la commissione Gauck (l' ufficio appositamente creato per l' esame degli archivi, n.d.r.) al fine di avere in fretta accesso ai documenti. Pregai Bastian di mettersi anche in contatto con il partito, ma non lo fece", ricorda Beckmann, il quale solleva piu' di un dubbio sulle indagini della polizia, considerate sbrigative e lacunose: "Noi abbiamo chiesto da mesi di riaprire l' inchiesta". Ai verdi hanno pero' gia' risposto il governo federale e gli inquirenti: i sospetti a carico di Bastian sono infondati. Ma Beckmann ricorda che "gli inquirenti non hanno approfondito alcune notizie secondo le quali il capo della Stasi, Mielke, avrebbe dato istruzioni per distruggere i dossier su Bastian e Kelly". Al la "commissione Gauck" spiegano: "Su Bastian non e' mai emerso nulla, ma una parte dei dossier e' sparita dopo la caduta del Muro. Molti documenti sono stati distrutti, altri vengono utilizzati da gente senza scrupoli, altri ancora sono finiti al Bundestag non si sa come. Riguardano circa duemila personalita' dell' Ovest". "E gli scheletri ci sono negli armadi di tutti", ha detto lo stesso Gauck. Dice Beckmann: "Ho una sola certezza. Petra Kelly non voleva morire e non e' stata uccisa con il suo consenso. Il perche' di questa morte resta senza risposta". C' e' un' altra testimonianza. Per la prima volta, la figlia di Gert Bastian, Eva Marina, ricostruisce la vicenda. "Per il mio cuore preferirei una diversa verita' , ma non ci sono dubbi che mio padre abbia ucciso Petra. L' unico punto oscuro riguarda gli ultimi istanti di vita. La macchina da scrivere elettrica era ancora accesa. Dentro c' era un foglio indirizzato ad un avvocato con una parola lasciata a meta' . Accanto, una normale lettera di saluti per mia madre. Credo che una persona, prima di suicidarsi, compia qualche atto: invece tutto lascia pensare ad una decisione improvvisa, senza preliminari. E' uno strano comportamento in una persona precisa come era mio padre". Poteva aver ricevuto una notizia sgradita, che mettesse in dubbio la sua reputazione? "E' un' ipotesi. Ma la commissione Gauck lo ha escluso. E' possibile che la Stasi abbia cercato contatti, ma la scelta di mio padre era politica e morale". Eva Marina rivela anche i difficili rapporti fra le famiglie. "La madre di Petra cerco' di ottenere il sequestro di 170 mila marchi, un contratto che Petra aveva stipulato a favore di mio padre. I giudici hanno dato ragione a noi. Ma poi abbiamo deciso di dividerla". Secondo la figlia di Bastian, i dubbi sollevati dai verdi derivano dal senso di colpa. "Il partito aveva dimenticato mio padre e Petra. Fu mia madre, preoccupata, a chiedere notizie a un vicino di casa, diciotto giorni dopo il fatto. Nessuno si occupava di loro. Dopo la morte, si cerco' di dimostrare interesse e di difendere l' immagine del partito". Ha mai sentito parlare del "gruppo dei generali"? "Mio padre fu uno dei fondatori. Se li hanno usati hanno carpito la loro buona fede. Mio padre lascio' l' esercito perche' credeva che la politica della Nato fosse sbagliata. Si disse che il Krefelder Appel fosse ispirato dai comunisti, scritto in un ufficio della Stasi. Ma mio padre lo scrisse a casa, con me e con mia madre che era di sinistra e lo sosteneva".
Nava MassimoPagina 9
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http://www.damiduck.it/01index.htm
(16 maggio 1994) - Corriere della Sera
Si riapre in Germania la tragica vicenda d' amore, politica e morte tra Gert e Petra. il generale fini' in una trappola di spie?
ombre della Stasi su Bastian e Kelly
nascosta negli archivi dell' est la verita' sull' omicidio suicidio dei due leader verdi. parlano la figlia Eva Marina e gli ex compagni di partito
Si riapre in Germania la tragica vicenda d' amore, politica e morte tra Gert e Petra. Il generale fini' in una trappola di spie? TITOLO: Ombre della Stasi su Bastian e Kelly Parlano la figlia Eva Marina e gli ex alleati di partito. Raccontano la vita da reclusa di lei e, soprattutto, quella strana paura di lui: forse qualcuno lo uso' davvero e poi lo stronco' la vergogna per essere stato l' "utile idiota" Nascosta negli archivi dell' Est la verita' sull' omicidio suicidio dei due leader Verdi
di MASSIMO NAVA BERLINO . La mattina del 19 ottobre 1992, le sirene della polizia feriscono la quiete della Swinemunder Strasse, quartiere popolare di Bonn. In una villetta al numero 6, in una pozza di sangue, ci sono un capitolo di storia tedesca e gli ideali di una generazione, simboleggiati dai corpi, ormai decomposti, di Petra Kelly e Gert Bastian. "Doppio suicidio", e' la conclusione ufficiale del caso. Ma il caso non e' stato archiviato. Sia perche' questa morte ha lasciato il segno nella galassia dei Verdi, in quel mondo di battaglie vinte e di speranze deluse. Sia perche' sulla fine di due eroi del movimento si stende l' ombra della Stasi, il mostruoso apparato di spionaggio della ex Germania Est che, a colpi di dossier, sta avvelenando la politica tedesca. Chi erano Gerd Bastian e Petra Kelly? E chi erano davvero? Alla prima domanda rispondono gli anni di battaglie vissuti da protagonisti e i libri che hanno ripercorso, fino alla fine, anche il loro struggente e nevrotico rapporto d' amore. Lui, anziano ex generale della Nato, passato ai pacifisti anche per amore di Petra. Lei, leader della prima ora, l' "angelo della pace" in un periodo decisivo per il Paese: gli euromissili, l' angoscia del campo di battaglia nucleare, la Germania crocevia del confronto Est Ovest, il dialogo sotterraneo fra Bonn e Berlino. Alla seconda domanda, si risponde con i tanti "perche' " della morte. Fu una decisione di entrambi o il gesto disperato di un uomo che freddava nel sonno la sua compagna inconsapevole? Qualcuno avanzo' l' ipotesi del killer e del complotto, scartata da un' attendibile ricostruzione: Gert Bastian stringeva la sua Derringer 38 con entrambe le mani e si era sparato alla fronte. Ma, se e' certo il suicidio, la nebbia avvolge la decisione di chiudere un' esistenza ancora intensa, per quanto turbata dalla depressione psicofisica di entrambi. Petra Kelly, superati i quarant' anni, viveva un momento cosi' carico di angoscia e di rimpianti da impedirle di uscire di casa da sola. "Sognavo un bambino, ho dato troppo di mio in queste battaglie", disse in un' ultima intervista. Gert Bastian, piu' padre che amante, si occupava di tutto: dalla corrispondenza alle spesa per la cena. Si sentivano emarginati dal partito "verde". Eppure immaginavano una candidatura alle elezioni europee, progettavano viaggi, conferenze, interventi alla Tv. "Un amore mortale" e' il titolo del bel libro di Alice Schwarzer, femminista convinta, che si aggrappa alla psicoanalisi: in sintesi, Petra non voleva morire, la reponsabilita' del "doppio suicidio" e' tutta di Gert, il maschio che mette fine ad un rapporto senza futuro. Quanto lineare e idealista appare la vita di Petra, contraddittoria e' quella di Gert: giovane ufficiale nazista, poi arruolato nell' esercito federale, quindi la scelta pacifista e, negli ultimi tempi, pare avvicinatosi ai post comunisti dell' Est. E poi ancora: un debole per le armi e per le donne, ma un lungo e mai ufficialmente interrotto matrimonio che, inevitabilmente, pesava nella relazione con Petra. Ma la scelta finale e' tutta "privata"? La possibile risposta nasce il giorno della caduta del Muro di Berlino e finisce nelle loro ultime ore di vita, negli ultimi incontri, nelle ultime telefonate, in un ultimo contatto, forse in un terribile segreto. Petra e Gert si stavano interessando all' immenso archivio della Stasi. Qualche documento riguarda anche esponenti del partito verde, accusati di passare informazioni all' Est e di essere sostenitori della politica di Honecker. Un caso e' quello di Dirk Schneider, esponente di primo piano dei Verdi e agente della Stasi, come conferma MichaelCramer, deputato a Berlino. Schneider e' quello che assume le posizioni piu' radicali. E che puo' incontrare nell' 83 Honecker. Assieme a Bastian e alla Kelly, la quale sprofondo' nella depressione quando poi seppe che fra i suoi amici c' era un traditore. Che i nomi di Petra e Gert fossero negli archivi e' quindi possibile. Piu' volte in contatto con dissidenti dell' Est e sostenitori della distensione nel momento di massimo attrito fra i due blocchi, due personaggi come loro non potevano sfuggire all' apparato spionistico di Berlino. "Credo che le nostre posizioni, antiamericane, ma anche antisovietiche, fossero tenute sott' occhio da tutti e non solo dalla Stasi", avverte Cramer. Ma per Bastian ci potrebbe essere qualche cosa di piu' . Gunter Bohnsack, ex dirigente della Stasi, ha pubblicato un libro sulle attivita' del suo ufficio e ha ricordato l' iniziativa di un gruppo di generali della Nato, fra i quali Gert Bastian, che all' inizio degli Anni 80 s' impegnarono nel movimento pacifista. "Fu di fatto creata un' organizzazione che era in linea con le posizioni dell' URSS", ha detto Bohnsack. Bastian, convinto dell' inutilita' degli euromissili, fu anche fra i promotori di un appello al cancelliere Schmidt, il famoso "Krefelder Appell". Un' operazione in buona fede o in qualche modo sostenuta dall' Est, in funzione anti Nato? I "generali per la pace" erano una specie di quinta colonna o una testimonianza politica strumentalizzata dall' Est? Ecco l' altra ipotesi sul "doppio suicidio": la scoperta di un inconfessabile segreto o la vergogna dell' "utile idiota". Luckas Beckmann, capo storico del movimento, ex fidanzato di Petra, segretario del gruppo parlamentare a Bonn, e' l' ultima persona ad aver parlato con Gert Bastian. E l' argomento erano proprio i dossier della Stasi. I due si erano scambiati messaggi e telefonate il primo di ottobre, il giorno cui viene fatto risalire il suicidio. "Dovevamo concordare una lettera per la commissione Gauck (l' ufficio appositamente creato per l' esame degli archivi, n.d.r.) al fine di avere in fretta accesso ai documenti. Pregai Bastian di mettersi anche in contatto con il partito, ma non lo fece", ricorda Beckmann, il quale solleva piu' di un dubbio sulle indagini della polizia, considerate sbrigative e lacunose: "Noi abbiamo chiesto da mesi di riaprire l' inchiesta". Ai verdi hanno pero' gia' risposto il governo federale e gli inquirenti: i sospetti a carico di Bastian sono infondati. Ma Beckmann ricorda che "gli inquirenti non hanno approfondito alcune notizie secondo le quali il capo della Stasi, Mielke, avrebbe dato istruzioni per distruggere i dossier su Bastian e Kelly". Al la "commissione Gauck" spiegano: "Su Bastian non e' mai emerso nulla, ma una parte dei dossier e' sparita dopo la caduta del Muro. Molti documenti sono stati distrutti, altri vengono utilizzati da gente senza scrupoli, altri ancora sono finiti al Bundestag non si sa come. Riguardano circa duemila personalita' dell' Ovest". "E gli scheletri ci sono negli armadi di tutti", ha detto lo stesso Gauck. Dice Beckmann: "Ho una sola certezza. Petra Kelly non voleva morire e non e' stata uccisa con il suo consenso. Il perche' di questa morte resta senza risposta". C' e' un' altra testimonianza. Per la prima volta, la figlia di Gert Bastian, Eva Marina, ricostruisce la vicenda. "Per il mio cuore preferirei una diversa verita' , ma non ci sono dubbi che mio padre abbia ucciso Petra. L' unico punto oscuro riguarda gli ultimi istanti di vita. La macchina da scrivere elettrica era ancora accesa. Dentro c' era un foglio indirizzato ad un avvocato con una parola lasciata a meta' . Accanto, una normale lettera di saluti per mia madre. Credo che una persona, prima di suicidarsi, compia qualche atto: invece tutto lascia pensare ad una decisione improvvisa, senza preliminari. E' uno strano comportamento in una persona precisa come era mio padre". Poteva aver ricevuto una notizia sgradita, che mettesse in dubbio la sua reputazione? "E' un' ipotesi. Ma la commissione Gauck lo ha escluso. E' possibile che la Stasi abbia cercato contatti, ma la scelta di mio padre era politica e morale". Eva Marina rivela anche i difficili rapporti fra le famiglie. "La madre di Petra cerco' di ottenere il sequestro di 170 mila marchi, un contratto che Petra aveva stipulato a favore di mio padre. I giudici hanno dato ragione a noi. Ma poi abbiamo deciso di dividerla". Secondo la figlia di Bastian, i dubbi sollevati dai verdi derivano dal senso di colpa. "Il partito aveva dimenticato mio padre e Petra. Fu mia madre, preoccupata, a chiedere notizie a un vicino di casa, diciotto giorni dopo il fatto. Nessuno si occupava di loro. Dopo la morte, si cerco' di dimostrare interesse e di difendere l' immagine del partito". Ha mai sentito parlare del "gruppo dei generali"? "Mio padre fu uno dei fondatori. Se li hanno usati hanno carpito la loro buona fede. Mio padre lascio' l' esercito perche' credeva che la politica della Nato fosse sbagliata. Si disse che il Krefelder Appel fosse ispirato dai comunisti, scritto in un ufficio della Stasi. Ma mio padre lo scrisse a casa, con me e con mia madre che era di sinistra e lo sosteneva".
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